Differenze chimiche tra le miscele OPL-RONS® e le miscele gassose ossigeno-ozono.
Le soluzioni acquose OPL-RONS® oltre a differenziarsi dalle miscele gassose ossigeno-ossigeno o ossigeno-ozono in quanto poliatomiche, possono essere considerate vere soluzioni elettrolitiche, dove i soluti RONS si trovano disciolti nel loro stato fisico gassoso nel punto di massima saturazione. Il punto di massima saturazione rappresenta un valore di concentrazione che definisce la massima concentrazione di soluti RONS, che possono disciogliersi omogeneamente in un solvente. Il punto di massima saturazione di un soluto in una soluzione è un valore che dipende sia dalle condizioni di temperatura che di pressione. Nel caso specifico della soluzione acquosa OPL-RONS®, il punto di massima concentrazione dei soluti gassosi RONS, a temperatura ambiente pari a 25°C e alla pressione di una atmosfera, non supera mai il valore di 0,8 mg/ml e superata tale soglia è possibile osservarli come micro inclusioni gassosi, di una fase gassosa ben separata dalla soluzione stessa e in questo caso sensibili sensori del dispositivo medico endovenoso (DMe), blocca la somministrazione endovenosa della soluzione.
Il punto di massima saturazione di ogni soluzioni OPL-RONS® non supera mai i 0,8 mg/ml, un valore che rende possibile una sua somministrazione endovenosa a dosi refratte e a concentrazioni riferibili a µg/ml, come qualsiasi altra soluzione somministrabile per via endovenosa, sollevando l’operatore dalla necessaria e complicata misurazione in continuo della concentrazione dei ROS e RNS contenuti nella soluzione OPL®. La somministrazione endovenosa della miscela OPL-RONS® si distingue dalla somministrazione endovenosa della miscela ossigeno-ozono detta GAET (grande autoemotrasfusione), in quanto non necessita di grossi accessi venosi, l’uso di sangue intero e di sostanze anticoagulanti.
GAET acronimo di grande autoemotrasfusione è un procedimento di somministrazione endovenosa indiretta di una miscela ossigeno-ozono. Essa richiede grandi accessi venosi in quanto vengono usati aghi dal diametro di almeno 16 G, allo scopo di poter far defluire 150-350 cc di sangue in un contenitore sterile (bottiglia o sacca) nel quale è stato precedentemente introdotto un anticoagulante (sodio citrato, eparina o EDTA). Una volta introdotto il sangue venoso nella bottiglia o nella sacca e sicuri che la quantità di anticoagulante è in quantità necessaria da rendere il sangue privo di microtrombi, si introducono nel contenitore diversi millilitri di miscela gassosa di ossigeno-ozono che attraverso agitazione si cerca di sciogliere nel sangue scoagulato.
Il vero problema è sapere quanto ozono si sarà disciolto nel sangue, prima di sollevare il contenitore con il sangue ozonizzato per farlo defluire per gravità con ago 16 G nell’accesso venoso del soggetto. La risposta è che la dose somministrata di ozono non la sapremo mai perché il procedimento di ozonizzazione del sangue venoso non solo è empirico, ma soprattutto non riproducibile.
Quando si somministrano farmaci o sostanze per via endovenosa il detto “è la dose che fa il veleno” è sempre più vero, pertanto conoscere la dose somministrata nell’unità di tempo è una condizione necessaria per poter trattare in assoluta sicurezza un paziente.
La soluzione radicalica ossidativa OPL-RONS® è somministrabile, a differenza della miscela ossigeno-ozono, in dose endovenose refratte in quanto è prodotta in condizione di concentrazione massima per i soluti RONS, pari a 0,98 mg/ml. Quando viene superato il punto di massima saturazione, la condizione di equilibrio di solubilità non essendo più soddisfatta, i soluti ROS e RNS gassosi della soluzione acquosa OPL®, si separano dalla soluzione liquida come micro inclusioni in fase gassosa. E’ la comparsa di micro inclusioni gassosi RONS in una soluzione OPL® a indicare lo stato di sovrasaturazione per le specie altamente reattive per l’ossigeno (ROS), soprattutto per il diossigeno e per lo ione superossido, ma non per le specie reattive dell’azoto, in quanto presenti nella miscela solo in tracce. Il valore di massima saturazione esprime la quantità di RONS presenti nella soluzione OPL®, a 25°C definita questa temperatura ambiente, che corrisponde a 0,98-100 mg/ml di soluzione OPL-RONS®, una condizione questa che definisce anche lo stato di massima stabilità per i RONS idrati in soluzioni acquose OPL®.
La natura poliatomica radicalica ossidativa delle soluzioni OPL-RONS® è dovuta dalla presenza di specie Altamente Reattive dell’Ossigeno (ROS) e dell’Azoto (RNS). Le specie altamente reattive dell’ossigeno (ROS), contenute nella miscela OPL-RONS®, sono ottenute sottoponendo le molecole di ossigeno (O2) a reazioni di riduzione forzata attraverso l’assunzione atomica di elettroni, mediante una tecnologia brevettata dal Prof. Barco, chiamata “sputtering inversa”, mentre le specie reattive dell’azoto (RNS) sono ottenuti per ossidazione diretta delle molecole di azoto (N2) con atomi e molecole elementari di ossigeno.
Le Specie Altamente Reattive dell’Ossigeno (ROS) contenuti come soluti nelle soluzioni acquose OPL-RONS®, derivano da reazioni riduttive (inserto) del diossigeno (O2), la molecola più rappresentata nelle miscele OPL-RONS®. L’Ossigeno molecolare (O2) essendo un cattivo ossidante, una sua riduzione rappresenta una attivazione energetica della molecola, trasformandola in ROS, alcuni dei quali si ritrovano nelle miscele OPL-RONS®.
L’ossidazione e la riduzione, sono reazioni che implicano un contemporaneo scambio di elettroni o atomi di ossigeno tra specie chimiche diverse, dove la specie chimica che cede elettroni è detta riducente perché subisce una riduzione del suo numero di ossidazione (n.o.), mentre quella che li assume è detta ossidante, pertanto nelle reazioni ossido-riduttive la specie chimica riducente si ossida e l’ossidante si riduce.
L’ossigeno molecolare o diossigeno (O2) esprime quattro stati di ossidazione, ma solo tre, l’ossigeno molecolare, lo ione superossido e il perossido si ritrovano come soluti nella miscele OPL-RONS®, mentre il quarto stato ossidativo detto diossigenile è completamente assente nelle miscele OPL-RONS®.
Il diossigeno, ha carica formale su ciascun dei due atomi, pari a zero (n = zero), mentre lo ione superossido (O2• -) ha carica formale su ciascun atomo -1/2, mentre si ritrova solo in tracce il perossido di idrogeno (H2O2) un perossido (O22-) la cui carica formale su ciascun atomo è -1 e infine il diossigenile (O2+), con carica formale su ciascun atomo uguale a +1/2. Durante la fosforilazione ossidativa si possono formare i composti transienti dell’ossigeno sopradescritti, tutti caratterizzati da una forte reattività, ma controllata dalla citocromo C ossidasi.